AcquaeSapone. Sabato esordio ad Asti, il pensiero di Bellarte

Giocare e vincere sono due cose fantastiche, ma amare questo sport è la cosa più bella che ci sia. Torna il campionato, e tornano le pillole di Massimiliano Bellarte. Dopo quaranta giorni di lavoro, si avvicina la partenza della serie A. Il quarto della storia dell’AcquaeSapone in serie A, il primo della nuova realtà nata dall’unione delle forze con il Montesilvano. Per Massimiliano Bellarte sarà la terza stagione alla guida della squadra della famiglia Barbarossa (e ora anche di Antonio Iervolino). Il 36enne coach pugliese attende il debutto di Asti di sabato prossimo, in diretta su Raisport alle 18, per tornare a misurarsi con le partite che contano e verificare lo stato di crescita dei suoi.

Allenatore a 27 anni dopo aver smesso di giocare a causa di un grave incidente stradale, il filosofo ricomincia da una semifinale scudetto. E da un bagaglio di conoscenze che spaziano anche fuori dai parquet dei palazzetti. Sono una persona riflessiva che cerca sempre di avere la possibilità di scegliere ‚Äì dice di s√© il tecnico di Ruvo ‚Äì . L’essere cresciuto in un determinato ambiente, in un determinato contesto familiare e in un paesino del sud, aiuta a dilatare i tempi, a rallentare. E si hanno più possibilità che quei tempi larghi e lenti possano ispirarti riflessioni e scelte adeguate. Ho sempre voluto diventare qualcuno, da quando alleno ho deciso di entrare più nello specifico, ed essere me stesso. Da sempre ho la passione per tutto ciò che è arte. Ho studiato le lingue perch√© parlare un’altra lingua è come possedere un’altra anima. Ho scelto di studiare Sociologia all’Università perch√© le dinamiche sociali dominano il mondo.

Una vita per il calcio a 5, disciplina che lui descrive cos√¨: Il futsal è quella linea che unisce un piede educato ad una mente aperta ed allenata. La cultura e il desiderio di conoscenza dovrebbero essere determinanti, nel futsal cos√¨ come in ogni sport.

Dai libri al campo, Bellarte prova a trasportare concetti umanistici nelle teste dei giocatori. Ai giocatori cerco di far capire che sono uomini e devono perdere come uomini. Una sconfitta reale non ha bisogno di scuse. E’ un evento che ha una fine in se stesso e ti dona la possibilità di ricominciare. Per conoscere un allenatore, invece, bisognerebbe osservare come vince piuttosto che come perde: quando fallisce l’orgoglio lo sostiene, quando vince l’orgoglio lo tradisce.

Avvicinandoci all’esordio di Asti, della sua squadra dice: Questa è la squadra con più talento che io abbia mai allenato. La strada verso l’amalgama del gruppo è lunga e difficile, ma credo in realtà che un sistema sociale, come è una squadra, abbia un bisogno naturale di auto-organizzazione. Il mio compito è quello di fornire loro le basi. Come allenatore posso conoscere tutte le teorie e le tecniche, e dominare tutte le strategie, ma nel gestire un essere umano, sono appena un altro essere umano.

Campionato a dieci squadre: chi sono i favoriti? Quali sono le insidie per voi?

Il campionato a dieci squadre ci mette dinanzi un torneo in cui sarà difficile ritagliarsi un ruolo di favoriti. Io credo che l’Asti abbia la compattezza e le basi, su cui è stato inserito Wilhem, per essere ancora la favorita. Pescara ha un roster che farebbe paura anche al più organizzato degli eserciti Spartani. Noi abbiamo la possibilità di giocare ad armi pari, e questo è un gran vantaggio.

Ufficio stampa e comunicazione AcquaeSapone Calcio a 5