Acerra FC. Periodo opaco per i granata, col Quartograd per il riscatto

Una settimana difficile quella vissuta dai ragazzi dell’Acerra FC. Prima la sconfitta in quel di San Giovanni a Teduccio contro la Sangiovannese, e poi l’altra debacle interna, nel recupero della gara con i Blue Lions.

Due sconfitte diverse, ma che comunque pesano ai fini della classifica. Due match differenti, ma con lo stesso esito. La prestazione, c’è da dire, è in continuo miglioramento, ma i risultati tardano ad arrivare, complici anche i continui stop di giocatori importanti, vedi il cobra Di Sarno, autore della rete del momentaneo vantaggio domenica al Buonocore, e costretto allo stop, causa influenza, nel match con i Blue Lions.

Come se non bastasse, ci si mette anche il calendario: sabato, ancora al Comunale, arriva il Quartograd, potenziale capoclassifica del girone B (in attesa del recupero con la Sangiovannese) che arriva in quel di Acerra con l’obiettivo unico di portare a casa i tre punti, e mantenersi in scia alla capolista Real Grumese.

Di contro i granata non possono più sbagliare, soprattutto davanti al proprio pubblico, dove, è vero, hanno raccolto fino ad ora le uniche tre vittorie in questo campionato, ma hanno subito anche ben cinque sconfitte. Un ruolino non proprio incoraggiante, ma che gli acerrani vogliono invertire già da sabato, in quanto il Comunale, non può e non deve essere un punto debole per chi gioca in casa.

Intanto, per uscire dal discorso prettamente sportivo, quest’oggi una rappresentanza della neonata società di calcio verrà accolta nella diocesi di Acerra dal neo vescovo, Mons. Antonio Di Donna, insidiatosi nel settembre scorso nel vescovato acerrano. Un’occasione quindi per legare ancora di più questa neofita realtà sportiva con la propria terra di appartenenza, ed esporre, anche in ambito ecclesiastico, quelli che sono i motivi e gli obiettivi di una società nata con scopi sociali prima ancora che sportivi, nella speranza che tale incontro possa aiutare ad approfondire problematiche e mancanze in una città in cui le attività sportive, fondamentali per l’aggregazione, latitano, e le poche che ci sono, complice anche l’assenza di adeguate strutture, rischiano nel breve tempo di scomparire.

 

Fabio Sposito