A dieci anni dalla scomparsa di Pantani, il legale accusa: “Troppi lati oscuri”

“180 fotografie a colori, un video di un’ora che si interrompe due volte, ma non dovrebbero mai venire interrotti i video che riprendono scene di un crimine. Si vede una persona in camice bianco senza i copriscarpe e senza il copritesta, che fa le riprese e in un fotogramma ci sono sei persone vestite come noi nella stanza. Quindi l’inquinamento della scena e’ provato dalle immagini”. Queste le dichiarazioni rilasciate oggi dall’avvocato Antonio De Renzis, legale della famiglia Pantani, ospite in tv a pochi giorni dai 10 anni della morte del campione di ciclismo, scomparso il 14 febbraio del 2004. “Marco era in una pozza di sangue in una stanza che sembrava divelta da un uragano – prosegue il legale – Vedendo il video si comprende immediatamente come le indagini si indirizzano in un’unica direzione, e cioe’ la droga, mentre secondo me dovevano essere lasciati aperti altri scenari e noi vogliamo approfondire alcuni piccoli, ma grandi particolari. Chiederemo che certi dati vengano approfonditi, ci sono persone alle quali si sarebbero dovute fare determinate domande, perche’ sembrerebbe che Marco non sia stato chiuso 4 giorni li’ dentro come, invece, sostiene la versione ufficiale. In quella stanza ci sono oggetti che sicuramente non sono arrivati con Marco perche’ ci sono tre testimoni che dicono esattamente come Marco e’ arrivato li’ e certe cose non c’erano”. L’avvocato De Renzis prosegue raccontando alcuni dettagli riguardanti la scena del crimine. “Ci sono altri elementi da chiarire: Marco, secondo la versione ufficiale, avrebbe avuto un delirio, ma la specchiera divelta dal bagno e’ per terra ma intatta; la televisione e’ sul pavimento, ma girata dal lato giusto; le padelle, che sarebbero state lanciate, sono casualmente tutte rivolte dal lato corretto”.