Chi l’ha visto…in campo! La controversa carriera di Arrieta, tra reality e sogno

Benritrovati al nostro diciannovesimo appuntamento con la rubrica del mercoled√¨ targata SportCampania.it, Chi l’ha visto‚Ķin campo!. Oggi parleremo di Cristian Arrieta, difensore italoamericano con naturalizzato portoricano, diventato noto per la partecipazione al reality show incentrato sul calcio Campioni ‚Äì Il Sogno.

GLI INIZI. Nato ad Orlando, da madre italiana e padre basco, inizia a giocare nella stagione 1996/97 con la maglia del Varese, dove però non scende mai in campo. L’anno seguente si trasferisce al Gravellona in Serie D, dove gioca con continuità riuscendo ad accedere in Serie C2, accasandosi al Mestre. In Veneto ci resta quattro anni, dalla stagione ‚Äò98/’99 alla stagione 2001/’02; in questo periodo Cristian cresce come calciatore, riuscendo a trovare una continuità di gioco da titolare e collezionando anche 5 reti, non male per un giovane difensore.

L’INIZIO DELL’ESODO. Arrieta grazie alle sue prestazioni, riesce a convincere gli emissari del Genoa che lo portano sotto la luce della lanterna. Ma in Serie B, con i Grifoni non scenderà mai in campo; non riesce a convincere prima il tecnico Onofri e poi il suo successore in panchina Torrente. Il Genoa quell’anno retrocederà in Serie C1 però verrà ripescato per i fatti del Calcio Catania, ma Arrieta non parteciperà alla retrocessione, perch√© i rossoblù lo hanno ceduto in C2 e più precisamente all’Alessandria. In Piemonte con i grigi scende in campo 9 volte nella seconda parte della stagione, realizzando anche due reti. Però non è abbastanza, anno nuovo maglia nuova, resta in Piemonte ma passa all’Ivrea ancora in C2, dove gioca quasi tutte le partite del campionato, alla fine le statistiche diranno 29 presenze e 1 rete. Cristian però non è appagato, è sempre alla ricerca dell’opportunità di farsi notare nel mondo del calcio, e la chance arriva con il reality show Campioni, programma della Mediaset che segue il campionato di una squadra di Eccellenza, il Cervia. In Romagna, Arrieta mette in mostra tutto il suo talento riuscendo ad entrare a far parte dei vincitori del programma, che come premio prevedeva la partecipazione al ritiro estivo della Juventus, del Milan o dell’Inter; Cristian sceglie l’Inter e si realizza il suo sogno, un club di Serie A l’opportunità di una vita, peccato che finisca proprio l√¨. Arrieta è senza squadra, ma grazie anche alla visibilità acquisita dal reality, non ci mette molto a trovarne una. Nell’estate del 2005 veste la maglia del Lecco di Sannino in Lega Pro, ma l’anno successivo arriva la chiamata del grande Zdenek Zeman che allena il Lecce appena retrocesso in Serie B. Cristian non si lascia scappare questa nuova grande opportunità, arriva a Lecce (squadra di cui è tifoso, ndr) tra lo scetticismo generale, ed entra a far parte del progetto Zeman che prevedeva il rilancio della compagine salentina. Il duro regime di lavoro imposto dal tecnico boemo non lo spaventa, Arrieta lavora tanto e si conquista un posto da titolare in Serie B, scendendo in campo 7 volte perdendo sempre. Zeman verrà esonerato, e con l’arrivo di Papadopulo il difensore non riesce più a trovare gli spazi giusti. Il Lecce arriverà nono in un campionato dominato da Juventus, Genoa e Napoli, mettendo però le basi per la promozione nella stagione seguente, di cui Cristian non sarà partecipe.

IL NUOVO MONDO. Conclusa la parentesi salentina, per Arrieta si aprono le porte della United Soccer Leagues ‚Äì Firts Division, l’attuale North American Soccer League, la seconda divisione del calcio americano. Qui veste la maglia del Puerto Rico Islanders, una squadra di punta della seconda divisione statunitense, diventando subito l’idolo dei tifosi e sfiorando la promozione in MLS venendo sconfitta dai Seattle Saunders e arrivando secondo nella CFU, la coppa delle squadre caraibiche. L’amore tra Arrieta e il Porto Rico è tale da fargli acquisire la nazionalità portoricana, vestendo inoltre la maglia della nazionale di 20 occasioni e realizzando 5 reti. Nell’isola amica degli Stati Uniti, resta per tre stagioni, prima di passare al Philadelphia Union, in Major League Soccer. Arrieta arriva nel massimo campionato statunitense con il titolo di miglior difensore della lega. Nella città del padre fondatore Benjamin Franklin, disputa 16 partite, senza incidere più del dovuto. Finisce la stagione e con essa anche la sua avventura con in MSL, ma Arrieta trova subito un nuovo ingaggio proprio li dove è nato in Florida con i Fort Lauderdale Strikers, compagine calcistica militante nelle leghe minori.

IL RITORNO IN ITALIA. Arrieta gioca negli Stati Uniti, ma pensa continuamente all’Italia, sua vera patria. Dopo un periodo di inattività fa il suo ritorno nel Belpaese, allenandosi con la Juve Domo, club piemontese militante nel campionato regionale di Promozione. Sogna di riuscire ad avere ancora un’opportunità tra i professionisti, ma niente, nel marzo del 2013 firma un accordo che lo lega ad una squadre del novarese, il Briga, che disputa il campionato di Promozione.

L’ADDIO AL BELPAESE. Concluso il campionato con il Briga e dopo un provino dall’esito negativo con i ticinesei della Sestese, ritorna negli USA al Massapequea Soccer Club, dove attualmente dovrebbe svolgere la mansione di allenatore, se senza però sdegnare la voglia di mettere gli scarpini e scendere per scendere in campo.

Un epilogo amaro per Cristian Arrieta che, dopo tante parabole discendenti, dal Genoa al Cervia, dal Lecco al Lecce e in ultimo dal Porto Rico al ritorno in Italia, tra l’anonimato generale, non è riuscito ad imporsi come sognava tra i professionisti della Penisola.

Gianfranco Collaro