Una buona ed una cattiva notizia per i tifosi del Pomi. Partiamo dalla cattiva: il Pomigliano non interrompe la sua striscia di gare senza vittoria, che manca ormai da cinque giornate; la buona notizia sta, invece, nel fatto che i granata hanno giocato (e pareggiato) alla pari o, addirittura, meglio (per molti presenti al “Gobbato”) della Cavese terza forza della classifica del girone I.
De Rosa (quest’oggi impegnato nella diffusione di un comunicato sulla fatiscenza dell’impianto pomiglianese di cui parleremo nei righi che seguono) e compagni non hanno giocato la loro miglior gara, ma hanno espresso un gioco sufficiente ad evidenziare una differenza non cos√¨ palese con le prime della classe. In una situazione di grande emergenza in retroguardia (i terzini titolari Candrina e Festa erano, rispettivamente per squalifica ed infortunio, indisponibili come il baby sostituto Esposito) il miglior responso è arrivato da Alessandro Parentato. Il centrocampista classe ’95 da Ercolano ha messo in mostra un eclettismo ed una forza mentale degna di un veterano. Arrivato a Pomigliano senza particolare clamore, il biondo “under” si è pian piano costruito uno spazio di primissimo ordine nell’undici di Seno. All’inizio, quando il modulo usato era il 4-4-2, Parentato ha giocato da esterno puro, salvo poi passare al ruolo di mezzala destra nel 4-3-2-1 e ieri s’è fatto valere addirittura nel ruolo di terzino.
Dalla cintola in giù, le cose sono funzionate discretamente: la fase difensiva ha funzionato e la rete di Contino è arrivata da una palese irregolarità dell’autore dell’assist Cosimo Palumbo. Per il resto, il buon Di Costanzo ha avuto pochi motivi per tremare (vedi il clamoroso gol mancato su ripartenza da Contino stesso).
Le cose meno buone, ahinoi, si sono viste invece dalla trequarti in su dove, eccezion fatta per Gennaro Esposito, autore di un gol e diversi buoni spunti, non s’è visto un granch√©. Panico e soprattutto Suriano, infatti, non stanno vivendo il loro miglior momento. Preoccupa lo stato di forma del fantasista salentino, vero uomo in più di questo Pomigliano fino a qualche settimana fa e, ieri come in altre recenti occasioni, assente ingiustificato. Recuperarlo, per la bonarietà della manovra offensiva granata e per il grande apporto di idee e polmoni fino ad oggi offerto alla causa, risulta essere fondamentale. Non dimentichiamoci che domenica c’è l’affascinante e quasi proibitiva trasferta di Torre, sponda Savoia.
Al di là di periodi no e defezioni varie (di cui l’argomento di cui c’accingiamo a trattare è causa più che rilevante) uno dei più grandi antagonisti del cammino del Pomigliano è di sicuro il manto erboso (si fa per dire) del “Gobbato”. Di qui il comunicato (clicca qui per prenderne visione) di cui prima: giocare a calcio su un campo come quello visto ieri è davvero impossibile. Al di là della bonarietà del gioco, che ovviamente ne risente, un terreno del genere mette a serio rischio la salute dei giocatori. Di fatti, mai come quest’anno, l’infermeria granata è costantemente gremita. Non va bene. Inoltre, nella lettera aperta, il capitano De Rosa ha parlato anche degli spogliatoi e della copiosa mancanza di acqua calda e, più in generale, dell’approssimativo stato igienico della struttura. Destinatario della lettera aperta, con ovvietà di causa, è il comune di Pomigliano, proprietario dell’impianto granata. Cos√¨ non va: il Pomi e Pomigliano meritano un tempio all’altezza della passione sportiva che muove la Città.
Mirko Panico