C’e’ molta fatica e cultura del lavoro, che ci porta a curare i dettagli. Ed e’ importante prima di tutto il lavoro di Conte, che non e’ solo un allenatore ma anche il gestore della squadra. Cosi’, ai microfoni di Radio Anch’io Sport su RadioUno, il direttore generale dell’area sportiva ed amministratore delegato della Juventus, Giuseppe Marotta, spiega il cammino da record dei bianconeri, sempre piu’ leader del campionato al giro di boa dopo il successo di ieri a Cagliari. Accanto ad una grande squadra c’e’ sempre una grande societa’ ‚Äì spiega il dirigente bianconero ‚Äì che puo’ supportare nel migliore dei modi il lavoro dell’allenatore. Conte ha cambiato il vento ma anche la societa’ ha svolto un ruolo importante, con quel senso di appartenenza della famiglia Agnelli che genera serenita’. Nella storia la Juve e’ sempre stata la squadra da battere, gli avversari di turno ci mettono sempre quell’animosita’ sportiva che in altre partite non hanno. Conte ha saputo trasmettere quelle motivazioni per affrontare qualunque tipo di avversario, sia quelli minori per blasone che quelli piu’ importanti. Sul futuro del mister salentino sulla panchina bianconera: Antonio e’ uno dei migliori tecnici al mondo. Il palcoscenico italiano forse e’ un po’ limitato ma la Juventus ha un palmares ricco di trofei e sta riconquistando credibilita’. Il potere economico non e’ pari a quello dei grandi club ma c’e’ una grande competenza e sono ottimista sul suo futuro: mi auguro si possa creare una situazioni pari a quelle di Ferguson e Wenger, durate per diversi anni. Marotta, certo che a febbraio Pirlo metterà la firma sul rinnovo contrattuale, assicura che non ci sono problemi con Marchisio (E’ juventino dentro, nel Dna, ama questa maglia e capisce che la Juve e’ composta non solo dagli undici che vanno in campo ma da tutta la rosa), frena sull’inserimento in rosa, dalla prossima stagione di Berardi e chiude ancora la porta ad una cessione di Pogba. Detto che il campionato non è ancora chiuso (Il terzo scudetto di fila sarebbe un’impresa storica ma Roma, Napoli e Fiorentina sono rivali fortissimi), Marotta chiude con un pensiero rivolto al momento negativo del Milan: Il calcio ci ha insegnato che esistono dei cicli che hanno un inizio e una fine. E la cosa piu’ difficile per una dirigenza e’ capire quando comincia il declino del ciclo. Mi dispiace perche’ questo tocca una figura importante del nostro calcio come Galliani. Mi piacerebbe che il Milan tornasse quello di prima ma anche batterlo e finire prima dei rossoneri.
(ITALPRESS).
