Clamoroso a Castel Volutrno, si dimette il presidente Ambrosca

Come un fulmine al ciel sereno arrivano le dimissioni del presidente del Castel Volturno, Gaetano Ambrosca. L’ormai ex numero uno dei casterani ha spiegato i motivi dell’addio attraverso un lungo post pubblicato sul suo profilo di Facebook.

LE MOTIVAZIONI DI AMBROSCA

Come tutti sapete, e avrete certamente notato, il calcio è una delle mie più grandi passioni. Questo sport ti prende la testa, l’anima, il cuore, il tempo..e mai ti sembra abbastanza quello che fai per raggiungere obiettivi sempre più ambiti e talvolta irraggiungibili. Eppure, la caparbietà e la testardaggine, assieme alla fiducia che ho riposto in tutti quelli che hanno condiviso con me l’esperienza nella società del Castel Volturno Calcio, hanno dimostrato a tutti noi che se credi in qualcosa, quel qualcosa prima o poi arriverà.

E’ quello che è accaduto in questa stagione calcistica appena conclusa; c’è stata tanta soddisfazione e pura felicità nel vedere avvicinarsi sempre più il nostro traguardo, fino a raggiungerlo definitivamente, ma questo non vuol dire che è stato facile.

E’ stato un anno molto duro, tanti bocconi amari ho dovuto buttare giù ma sempre con il sorriso sulle labbra perchè il mio unico obiettivo era quello di vedere i miei ragazzi vincere il campionato, e ci siamo riusciti. Passato il momento della gioia, è arrivato quello delle decisioni; il nuovo campionato in Eccellenza si avvicina e bisogna tornare a lavorare sodo.

E il lavoro non mi ha mai spaventato, anzi, chi mi conosce sa che più lavoro e più ho voglia di fare e dare. Ed è stato proprio in questo momento di riorganizzazione, pianificazione e avvio della macchina, che da qui a poco dovrà iniziare a correre nuovamente verso un ulteriore traguardo, che mi sono reso conto che il mondo del dilettantismo è fatto di dinamiche distorte che non mi appartengono, quelle che nell’anno appena trascorso ho vissuto con il sorriso, ma che non sono più disposto a vivere. Nella mia vita non sono mai sceso a patti con niente e con nessuno nè accettato compromessi e non ho intenzione di iniziare a farlo adesso.

Credevo di poter cambiare qualcosa nei modi di pensare, vedere, organizzare; credevo che attraverso la mia esperienza da imprenditore potessi trasferire un po’ di quella mentalità in un mondo che andrebbe gestito come un’azienda, ovvero una famiglia, ma non è così. Sì è vero, una squadra di calcio non è un’azienda, ma si cammina insieme, tutti in un’unica direzione, ognuno con il proprio ruolo, proprio come in un contesto aziendale.

L’obiettivo, in questo caso, è vincere, vincere, vincere e, per vincere, non si cammina da soli. Se devo avviarmi in questo percorso devo sapere ed essere sicuro che chiunque faccia parte del mio team è con me e mai contro di me, il lavoro di gruppo deve essere chiaro, limpido, trasparente, condiviso e l’uno deve essere il braccio dell’altro.

La squadra vincente si misura così. In particolare, nel mondo del dilettantismo sai che devi investire, in ogni accezione del termine, ed io l’ho fatto con il cuore, ma mi sono reso conto che in questo percorso e in questo modo di ragionare sono da solo, a parte pochi, pochissimi sui quali poter contare davvero. Neanche chi, come l’Amministrazione Comunale, dovrebbe essere interessato in prima persona allo sviluppo di questa bellissima realtà, si mostra disposto a partecipare alla crescita di una società che tanto potrebbe dare al nostro territorio.

Basti pensare al campo sportivo di cui chiediamo la disponibilità ormai da tempo e ancora nessuna risposta concreta ci è arrivata. Quante belle cose potrebbero nascere contestualmente ad una squadra che a sua volta cresce, arrivando a livelli sempre più alti avendone tutte le potenzialità? Quanto sviluppo, anche infrastrutturale, soprattutto per il nostro territorio? Evidentemente la voglia e la passione appartengono a pochi.

Per questo motivo, con grande rammarico e tanta amarezza, ho deciso di dimettermi dalla carica di Presidente del Castel Volturno Calcio, augurando ai ragazzi di trovare qualcuno che sappia guidarli come meritano e ricordando loro che solo lavorando sodo i sogni possono diventare realtà.

Non è un addio, ma un arrivederci anche con nuovi progetti che mi auguro possano risanare l’amarezza che mi ha portato a prendere questa sofferta decisione.