Mario Pietropinto da Eboli lo ha fatto ancora, lo ha fatto ancora nella sua seconda casa, a Palma Campania. L’ennesimo tassello, l’ennesima coppa da rimette in bacheca. Vittoria in regular season e poi la Serie D conquistata ad Angri nella post season, ancora di rigore, sempre di rigore. Il tecnico salernitano ha affidato le prime parole post stagione a noi, ecco l’intervista telefonica a noi concessa.
Mister Pietropinto, 21 anni dopo un nuovo successo a Palma, quale la più bella e difficile tra le due?
Senza troppi dubbi molto più difficile questa, difficile per motivi tecnici ma non per motivi umani. Una vittoria nata grazie alla chiamata credo irrinunciabile di Mario Rega, amico e presidente che mi ha convinto e sciolto ogni mia perplessità. Difficile perchè il 10 agosto siamo partiti senza palloni, senza una casa, senza maglie eppure eccoci qua. Merito della società, merito di questi ragazzi encomiabili, un piccolo merito me lo prendo anche io per non aver mai mollato. Ringrazio il gruppo di questa Palmese, uomini che si sono sacrificati per Palma e che mi sono stati sempre affianco.
Parlava della forza del gruppo, gruppo ex novo a dicembre, le motivazioni di una scelta tanto forte quanto vincente?
Scelta forte si, ma scelta altresì dovuta. Dovuta per la situazione di uno spogliatoio assai spaccato, quasi si era a Palma solo per vincere dimenticandosi di doversi sacrificare. Eravamo primi, avevamo una buona porzione di punti eppure ho dovuto mettere il gruppo davanti ad una scelta, chi se la sentiva di lottare e di sacrificarsi è rimasto con me e con noi ma chi ha preferito altro ha fatto una scelta, scelta comunque condivisa e giunta in piena sinergia.
Quando ha capito che questa Palmese poteva davvero sognare in grande?
Ma ti ripeto, siamo partiti all’avventura eppure sin dalla prima domenica siamo stati davanti a tutti, abbiamo avuto un discreto vantaggio ma credo che la molla sia scattata quando c’è stato l’intermezzo Covid. In particolare il trittico di gare con Grotta,Lions e Cervinara. Abbiamo perso meritatamente a Grotta, abbiamo saputo resettare e dopo 3 giorni siamo andati a Montemiletto a vincere contro una squadra forte e messa bene in campo, la differenza mentale l’ha fatta quella serie di gare lì anche perchè poi abbiamo saputo ben gestire per il resto della stagione.
Palmese vincente anche nella nuova formula post season, come ha visto questa regola nuova e la sua squadra in questi due impegni?
Una regola strana, non ho ben chiaro come sia stata partorita ma fatto sta che bisognava attenersi a tale regola, che piacesse o meno. La Palmese a mio parere la D la meritava già sul campo, è chiaro che poi per via di questa regola abbiamo dovuto soffrire di più ma la missione l’abbiamo compiuta. La squadra ha giocato contro due squadre forti, lo ha fatto giocando sempre a testa alta senza mai abbassare la guardia o snaturarsi, anche lì meritavamo a mia detta il successo nei novanta ma il destino ha scelto per noi i rigori, va bene così.
Tanti insulti durante la gara di ieri, poi la standing ovation avversaria a fine gara, le sensazioni di mister Pietropinto?
Io dico sempre che quando si parla, che quando si offende si ha timore. Timore non di me o della mia persona, ci mancherebbe altro. In questo caso timore della mia squadra, della sua forza e degli uomini che la componevano. Ma il calcio è questo, o meglio anche questo, ci sta che il tifoso avversario faccia la sua parte come può. Sono uscito quasi da solo dallo stadio, sentire e vedere mille e più persone che ti applaudono nonostante siano avversari credo sia qualcosa di indescrivibile, una forte emozione che porterò ancora dietro per molto. Onorato perchè li ho ricevuti da una piazza che merita tanto al pari proprio di Palma, questo è il bello di questo sport.
Una vittoria che mette in mostra tanti giovani, quali i migliori per lei?
Siamo partiti con 12 giovani, poi siamo rimasti in 9 ma resta un numero importante visto le altre squadre su questo punto. La scena la ruba chi ha più avuto spazio e occasione di mettersi in mostra, ma per me i migliori sono stati quelli che non hanno giocato spesso o che hanno avuto poco spazio. Poco spazio eppure hanno dato il 2000% ogni allenamento, hanno permesso a chi giocava di migliorare molto, mi rimangono dentro perchè questa loro fame e voglia aldilà delle mie scelte, il rispetto che ho sempre ricevuto nonostante le scelte come dicevo prima credo sia quello che faccia la differenza. Se proprio devo fare dei nomi, Stasi, Prevete e Cardone hanno potenzialità e un futuro importante.
Il futuro la vede ancora a Palma o comunque ancora in panca?
Vediamo. La porta la lascio aperta, ma credo ci sia tempo. Ora voglio staccare leggermente la spina, godermi la famiglia e questo enorme successo. Poi ci sarà tempo per fare le valutazioni del caso, le farà la società perchè la D è tutt’altro mondo, le farò io perchè ho una certa età e poi ogni scelta la devo ponderare bene. Per il momento non ci penso, il calcio mi ha dato tanto, Palma mi ha dato moltissimo. Vincere qua ti dà sempre un mix di emozioni che poi ti spinge a fare di tutto per riprovarle, ma vediamo. La porta per Mario Rega e la Palmese sarà sempre aperta ma oggi ti dico chissà.