Sarà Casoria o Torre Annunziata la nuova casa del titolo danzate del Giugliano, che un tempo era di proprietà del compianto Salvatore Sestile. Poi il passaggio di consegne, prima con l’avvocato Palma e successivamente nelle mani di Mario Pellerone. Arrivata la retrocessione, arriva un nuovo passaggio di consegne, con tanto di comunicato stampa che annunciava Riccardo Franceschini come nuovo presidente e il relativo addio a Giugliano, con tanti ringraziamenti della famiglia Mazzamauro che entrava difatti in città come unico titolo sportivo.
Con Franceschini sembrava ormai tutto fatto per il traferimento del titolo in quel di Casoria, annunciato come Internapoli Casoria. Da allora qualcosa non sembra che sia andato come si sperava, almeno così sembra. Comunicazioni zero sul futuro del club, dall’organigramma societario alla rosa, passando per lo staff tenico. A portare scompiglio nei piani di Franceschini è proprio Mario Pellerone con il suo socio Roberto Esplà Garcia, impreditore del settore turistico quest’ultimo, mentre del settore sanitario il primo.
Proprio Pellerone ha parlato ai microfoni di Metropolis spiegando i motivi dell’interessamente alla città oplontina. “L’interessamento per Torre è venuto fuori grazie al sindaco Ascione, che ho incontrato nelle scorse ore. Mi ha contattato, mi ha spiegato ciò che era successo al Savoia, con Torre rimasta senza calcio. Mi ha chiesto era possibile portare l’attuale titolo del Giugliano a Torre, per pareggiare il torto fatto dai Mazzamauro alla città. A livello federale i tempi sono ormai scaduti, ma questo potrebbe non impedirci di fare calcio a Torre”. Pellerone spiega anche da chi è realmente gestito il titolo del Giugliano: “Dopo la mia decisione di andare via, dopo il comportamento del sindaco di Giugliano che ha concesso l’uso dello stadio alla società di Mazzamauro, l’avvocato Palma, ex proprietario del titolo, mi ha detto che avrebbe potuto nuovamente prendersi il titolo. Seppur non convinto ho accettato, con lo stesso Palma che ha designato Franceschini come sua persona di fiducia. Ma oltre a Franceschini l’altro proprietario del club è Esplà Garcia, che ho coinvolto io. Franceschini sta parlando a titolo personale, non ha nessun mandato. Il trasferimento del titolo avviene su mandato del consiglio d’amministrazione, con quest’ultimo che non ha mai avallato nessuna scelta di Franceschini. Lo stesso Garcia ha mandato una precisazione al Comune di Casoria per spiegare di essere estraneo alla vicenda e di non aver mai deciso di portare lì il titolo. Addirittura Franceschini ha parlato di donare titolo al Comune di Casoria, ma non può, visto che Garcia è un socio”. Se il titolo arriva a Torre Annunziata, il progetto di Pellerone: “In tempi brevi voglio risolvere la situazione e far sì di portare il titolo a Torre Annunziata. Ho spiegato al sindaco Ascione, che ora vaglierà il tutto tramite i suoi legali, di voler coinvolgere il Comune, attraverso società ad hoc o una partecipata, direttamente nella società. Così il club sarà vincolato a Torre Annunziata. Non voglio monetizzare da questa operazione, che verrebbe fatta a costo zero, ma voglio investire sul territorio e sui giovani. Mi ha ispirato la storia di Irma Testa e del maestro Zurlo. Di come si possa lavorare con e sui giovani in un territorio difficile. Non mi sentirete mai parlare di obiettivo serie C o A, ma sempre di fare il massimo possibile. Il nostro progetto prevede di andare anche oltre il Savoia, fermo restando che i risultati sono importanti, ma fornire una serie di servizi. Bisogna puntare sui giovani del territorio, aiutare quelli in difficoltà, economicamente e non, ad avvicinarsi alla pratica sportiva. Seguire i nostri giovani anche nello studio, attraverso una sinergia con le scuole. Il mio è un progetto sociale, perché è così che intendo il calcio, un modo per aiutare i giovani. Non vedo di certo il calcio come un modo per arricchirmi”.
Parole, quelle di Pellerone che hanno innescato la replica di Franceschini, che arriva sempre dalle colonne di Metropolis: “Il signor Pellerone ha regolarmente inviato el sue dimissioni dalla società Giugliano attraverso una pec, quindi non ha nessun ruolo nella società, né ha titolo alcuno. Per quanto riguarda il signor Garcia il suo ruolo vale quel che vale. In una ASD, come lo è il Giugliano, conta soltanto il presidente ai fini decisionali e la cairca di presidente è ricoperta da me. Casoria e Torre Annunziata vanno rispettate per la loro storia e per il loro passato. Queste manifestazioni pubblicistarie andavano fatte nei modi e nei uoghi dovuti, con le autorità competenti”. Non va tanto per il sottile Franceschini, che aggiunge: “Io mantengo la parola data e vado avanti col progetto di fare calcio a Casoria. Non sono mai stato la testa di legno di nessuno e sono la persona di fiducia di me stesso. Chi mi conosce sa bene che persona sono e il mio passato nel mondo del calcio parla per me”. Si parla anche dell’incontro tra Pellerone e il sindaco Ascione: “Un incontro fatto a titolo personale. Pellerone non si è mai fatto vedere a Giugliano e ora non capisco questo improvviso interesse per Torre Annunziata. Io sono ufficialmente il presidente del Giugliano e il legale rappresentate del titolo e ribadisco chi in una ASD conta il presidente, cha ha qualifica, il resto conta poco. Per il resto farò una conferenza stampa lunedì, a Casoria, in cui spiegherò tutto, atti alla mano”. La chosa di Franceschini: “Ho rispetto per Torre. Ho incontrato io stesso il sindaco Ascione e ho preso atto della situazione. Non voglio mancare di rispetto a questa città, la scelta è stata basata semplicemente sul fatto che con i mezzi a nostra disposizione non potevamo impegnarci in una piazza esigente come Torre Annunziata, era improponibile venire a fare calcio”.
Insomma, ormai è scontro totale tra Franceschini e Pellerone, con il primo che sembra avere il coltello dalla parte del manico e il titolo destinato a Casoria. Non ci resta che attendere sviluppi, che arriveranno nella conferenza di Franceschini di lunedì prossimo. Intanto, questa sceneggiata mediatica poteva benissimo restare nei canoni privati della questione. Ed invece, al centro del solito calderone estivo, ci finiscono solo i tifosi di due piazze che, comunque andrà a finire, non meritano di essere presi in giro in questo modo.