“C’era una volta il calcio”. Josef Bican, il Pelè Ceco

Bentornati all’appuntamento con la nostra rubrica “C’era una volta il Calcio”. Quest’oggi andremo a ritroso nella storia fino all’inizio del ‘900, quando il mondo dello sport, e del calcio in particolare, iniziavano a muovere i primi passi verso quello che poi diventerà il mondo del pallone che oggi tutti conosciamo. In quell’epoca in cui a farla da padrone non erano gli ingaggi faraonici, le quotazioni in borsa o il gossip, ma, bensì, la passione e la voglia di praticare uno sport, interpretandolo per quello che è: un gioco. Ebbene oggi andremo a riscoprire ed a conoscere uno dei più grandi interpreti di quel calcio. Considerato come il miglior sportivo di tutti i tempi in quella che un tempo era la Cecoslovacchia. Stiamo parlando di Josef Bican, di professione bomber.

 Chi é. Josef Bican, detto “Pepi” nasce a Vienna il 25 settembre del 1913. Definito come una delle leggende dello Slavia Praga, Josef è ritenuto essere il calciatore, ed in senso più ampio, lo sportivo ceco  più forte di sempre. Tra i suoi numerosi record ci sono quello di miglior marcatore di tutti i tempi con ben 805 reti all’attivo in competizioni ufficiali, (alle quali vanno aggiunte altre 663 marcature in gare amichevoli, che portano il bottino totale a ben 1468 reti, anche se tale record non gli viene riconosciuto dalla FIFA) e quello di essere l’unico calciatore al mondo ad aver vestito la maglia di tre nazionali diverse (con le quali per altro andrà a segno).

Come accennato pocanzi, “Pepi” nasce a Vienna, e più precisamente nel quartiere di Favoritien. Secondo dei tre figli di František e Ludmila Bican. Il padre era un operaio arrivato a Vienna in cerca di impiego che giocava a calcio come attaccante, nel dopo lavoro, per la squadra dell’Hertha Vienna, compagine militante in massima seria austriaca. In seguito al rifiuto di operarsi ad un rene dopo un infortunio durante una partita di calcio, František muore a 30 anni nel 1921, lasciando orfano Josef alla tenera età di 12 anni.

Josef inizia a giocare a calcio, entrando a far parte delle giovanili dell’Hertha Vienna (la stessa squadra in cui aveva militato suo padre), per poi passare, 6 anni più tardi al Rapid Vienna. Nel 1924 si sposa con Jarmilla, dalla quale ha un figlio di nome Ivan, nato nel 1946.

Caratteristiche Tecniche. Josef era quello che si dice “Centravanti di Peso” con i suoi 178 centimetri per 77 chili di peso, era dotato di potenza fisica, resistenza ed innato fiuto per il gol. Poteva essere impiegato in tutti i ruoli dell’attacco, ed eccelleva dal punto di vista tecnico, essendo abile con entrambi i piedi e molto bravo di testa. Possedeva, inoltra la capacità di effettuare lanci e passaggi molto precisi, il che, unito ad una buona intelligenza tattica, gli consentiva di trovarsi spesso nel punto giusto al momento giusto. Poteva, inoltre, contare su di una velocità che per tanti atleti del tempo era proibitiva: riusciva, infatti, a correre i 100 metri in 10.8 secondi. Ottimo rigorista, calciava le massime punizioni con entrambi i piedi. Per poter sfruttare al meglio tutte queste sue qualità, veniva esonerato dai compiti difensivi.

Palmares. Durante la sua carriera da calciatore “Pepi” vincerà per 3 volte consecutive il campionato austriaco (1935 col Rapid Vienna e 1936/37 con l’Admira Vienna). In Cecoslovacchia, con lo Slavia Praga, vince 5 campionati (1940/41/42/43 e 1947), 1 Coppa dell’Europa Centrale (1938) e ben 12 volte il titolo di capocannoniere (1 in Austria, 10 in Cecoslovacchia, per quanto riguarda il campionato, ed uno nel 1950 nell’edizione vinta della Coppa dell’Europa Centrale).

 Record. Oltre al record di reti, Bican, detiene altri record tra i quali figurano l’essere il miglior marcatore nei campionati europei (con 563 reti all’attivo) e di essere il miglior marcatore europeo per quanto riguarda le prime divisioni (518 reti). Risulta, a tutt’oggi, essere il marcatore più prolifico del campionato cecoslovacco (447 reti) e dello Slavia Praga, sia in campionato (417), che in coppa nazionale (43). Con le sue 518 reti in 342 apparizioni detiene una media gol a partita di 1,52. Per fare un confronto eccellente, secondo quanto scritto da “El Grafico”, basti pensare che, senza contare le amichevoli, le reti di Bican sarebbero 759, mentre quelle di un certo Pelé sarebbero “solo” 757. Ha detenuto il record per il maggior numero di partite consecutive a segno (19), primato battuto nel 2012 da Lionel Messi (21). Durante la sua carriera, nella stessa partita, per ben 4 volte mise a segno 4 reti, 6 volte segnò 5 reti, 1 volta ne segno 6 e per ben 4 volte andò in rete 7 volte.

Gli esordi a Vienna. All’età di 12 anni viene preso dalle giovanili dell’Hertha Vienna e mette subito in mostra tutto il suo talento. Basti pensare che uno degli sponsor della squadra lo pagava uno scellino per ogni rete realizzata. Gioca nelle giovanili dal 1927 al 1928, quando lascia il calcio per andare a lavorare in fabbrica. L’azienda possiede una squadra di calcio con la quale Josef continua la sua attività agosinistica fino al 1930, quando viene notato da Roman Schramseis, calciatore del Rapid Vienna, che lo segnala alla dirigenza. Bican diventa, così, un calciatore del Rapid. Dopo pochi mesi trascorsi nelle giovanili, viene promosso in prima squadra, a soli 17 anni. Il 6 settembre del 1931 fa il suo esordio contribuendo alla vittoria per 5-3 nel derby della seconda giornata di campionato contro l’Austria Vienna, realizzando ben 4 reti.
Termina la sua prima stagione da professionista con un bottino di 10 reti. Bican riceve uno stipendio di 150 scellini a settimana, un’enormità per il tempo, tuttavia, pur di trattenerlo in squadra, la società, all’età di vent’anni gli quadruplica il salario. Nonostante questo, Bican inizia ad insistere per trasferirsi: c’è un’offerta dello Slavia Praga, e lui vuole andare. Il Rapid non è d’accordo e l’allenatore finisce per cacciare il talento dalla squadra. Josef, chiede allora di essere trasferito all’Admira Vienna per poi tentare di passare allo Slavia, ma il Rapid Vienna si mette di nuovo in mezzo, e gli fa saltare praticamente tutta la stagione 1934/35.

Nel 1935 Bican passa quindi all’Admira Vienna, portando la squadra a vincere per due volte consecutive il campionato austriaco. Nonostante non sia un loro tesserato, lo Slavia Praga inizia a pagare il calciatore il corrispettivo di 600 scellini al mese. Dopo due stagioni, viene a crearsi una nuova spaccatura tra Pepi e la società di appartenenza. Lui vuole lo Slavia, l’Admira non vuole farlo partire. Vistosi negare il permesso di trasferirsi, l’attaccante chiede aiuto ai cechi che mandano un loro avvocato a Vienna. Il giorno dopo Bican ottiene il passaporto e si trasferisce in Cecoslovacchia, approdando, nel 1937, allo Slavia Praga.

Con lo Slavia. Con i biancorossi esordisce in coppa nazionale contro il Bohemians, e segna 4 reti nella vittoria per 6-2. Successivamente esordisce anche in campionato ed anche qui mette a segno un poker nella vittoria 4-1 contro il Nachod. Nel 1938 vince il suo primo ed unico trofeo internazionale: la Coppa dell’Europa Centrale (battendo, fra le altre, anche l’Ambrosiana Inter ed il Genoa), vincendo anche la il titolo di capocannoniere del torneo con 10 reti in 8 gare. Durante il periodo della guerra, Bican gioca e segna gol a raffica, vincendo per ben 4 volte di fila il campionato con lo Slavia, mettendo a referto 280 reti in 147 incontri. Nella stagione 1943/44 sarà autore di 57 reti in 26 presenze. Nell’immediato dopoguerra, per altre due volte vince il titolo di cannoniere principe, consentendo alla compagine biancorossa di vincere anche il campionato del 1947. Contrariamente a ciò che succede oggi, le grandi qualità del ragazzo sono motivo di invidia e risentimento da parte dei suoi compagni, che iniziano a renderlo oggetto di insulti quali “bastardo austriaco”. Questo avvenimento sarà cruciale per il futuro dell’attaccante, al quale, di certo non mancano le offerta da parte di club prestigiosi. Tra le pretendenti c’è anche la Juventus, Bican ci pensa, ma per il timore che i comunisti arrivino in Italia, stringe i denti e decide di restare a Praga.

Vítkovice, Škoda e Dynamo Praga. Nel ’48 con l’arrivo in Cecoslovacchia proprio dei temuti comunisti, Bican si decide non aderire al partito e, dopo varie vicissitudini, si accasa al Vítkovice, dove sarà ancora una volta capocannoniere (la decima) nel 1950. Nel 1951 si trasferisce in seconda divisione allo Škoda Hradec Králové, qui realizza 19 reti in 9 partite, finchè, qualche anno più tardi, il Partito Comunista Cecoslovacco non lo espelle dalla città. Fa, quindi, ritorno allo Slavia Praga, al quale, però, il Partito Comunista ha cambiato nome, trasformandolo in Dynamo Praga. Qui gioca fino all’età di 42 anni, stabilendo anche il record di marcatore più anziano nella storia del campionato Ceco.

Nazionale: Sotto tre Bandiere. Bican esordisce all’età di 20 anni con la nazionale austriaca, nella gara del 29 novembre del 1933, a Glasgow, contro la Scozia. Prese parte ai Mondiali del 1938, venendo eliminato in semifinale dall’Italia, poi campione del mondo. Con gli austriaci giocherà 19 partite segnando 14 reti.  Nel periodo in cui gioca nello Slavia Praga chiede ed ottiene la cittadinanza cecoslovacca. Non fa però in tempo a disputare i mondiali del ’38 a causa di un errore burocratico. Esordisce con la nuova nazionale il 7 agosto del 1938 segnando una tripletta contro la Svezia (6-3). Con l’annessione della Cecoslovacchia alla Germania non giocò più in nazionale fino alla fine del conflitto mondiale, realizzando (fino al 1949) 12 reti in 14 partite. Durante il periodo nazista, Hitler vorrebbe farlo diventare cittadino tedesco, ma lui rifiuta. Il 12 novembre del 1939 prende parte all’incontro tra Germania e Boemia e Moravia segnando 3 reti nel 4-4 finale. Con quella tripletta rifilata proprio ai tedeschi, diventa il primo ed unico calciatore a giocare e segnare con tre Nazionali diverse.

Dopo il ritiro. Terminata la carriera da calciatore, si vede costretto, complice, come sempre, la volontà del Partito Comunista, a lavorare come autista ed operaio nella ferrovia a Praga. Inizia, in seguito e con alterne fortune, ad allenare in patria. Nel 1968, si siede sulla panchina del Tongeren, squadra che milita nel campionato belga. Con il ceco in panchina, la compagine risale dalla quarta alla seconda divisione. Passa poi in Danimarca, dove allena per tre stagioni.

Ritiratosi dall’attività di allenatore, Josef Bican passerà gli anni restati della sua vita in povertà, finendo nel dimenticatoio fino al 1989, quando viene universalmente riconosciuto come uno dei più grandi attaccanti di sempre.

Muore all’età di 88 anni, nel 2001 a causa di problemi cardiaci, pochi giorni prima di Natale e viene sepolto nel cimitero monumentale di Vysehrad a Praga.

Giovanni Tafuto