“C’era una volta il calcio”. Dal Cuju al Kemari, l’evoluzione di un gioco

Bentornati all’appuntamento con la nostra rubrica C’era una volta il Calcio. Dopo l’excursus sulle origini del gioco che poi sarebbe evoluto nel calcio, questa settimana approfondiremo la conoscenza del Kemari, un antico gioco giapponese, evolutosi dal Cuju.

Storia del gioco. Le prime notizie sul gioco del Kemari risalgono al 664, durante il periodo Asuka, anche se per trovare le prime tracce di una regolamentazione bisogna aspettare il XIII secolo. √à lo sport giapponese più antico ad essere stato sviluppato, ed è una derivazione del più antico gioco cinese del Cuju (vedi articolo dedicato). Durante le festività, i monaci shintoisti continuano a praticare questo antichissimo sport, preservandolo, in questo modo, dall’oblio.

Descrizione. Nonostante sia uno sport non molto competitivo, il Kemari impegna molto il fisico, coinvolgendo tutto il corpo, e necessita della cooperazione tra i giocatori delle squadre partecipanti. L’obiettivo è quello di non far cadere il pallone a terra, e per fare questo i giocatori possono usare testa, piedi, ginocchia, schiena, gomiti ma non le mani.

Il pallone. La palla usata per questo gioco è detta Mari, ed è composta da pelle di cervo, con il pelo rivolto verso l’interno. Per ottenere la sfericità, veniva riempita con chicchi di orzo, che una vola rimossi, davano la forma all’attrezzo, che veniva ricucita con pelle di cavallo.

Svolgimento. Il giocatore in possesso del Mari si chiama Mariashi, il cui compito è quello di facilitare il controllo della palla al ricevitore, servendola in modo che sia semplice mantenerla in aria. Questo sport viene giocato su di un terreno pianeggiante, detto Kakari (circa 6-7 metri quadrati). Le uniformi ricordano i vestiti tradizionali dell’era Azuka, chiamati Kariginu. Il Kami (la parola giapponese per indicare un dio, divinità, o spirito) è Seidaimy≈çjin, una divinità dall’aspetto scimmiesco. Il legame con questi primati influenza alcune delle dinamiche di questo gioco: le partite devono, infatti, essere disputate nel giorno della scimmia, e devono iniziare attorno alle 16.00, questo perch√© il calendario basato sul ciclo sessagesimale cinese, indica come periodo della scimmia, quello fra le 15.00 e le 17.00.

A cura di Giovanni Tafuto