Napoli. Hamsik e la fine di un’era, uno slovacco dal cuore partenopeo

Minuto 73 di una normale serata azzurra culminata con una vittoria contro la Sampdoria, il tabellone segna il numero 17 in uscita, Marek Hamsik dismette la fascia di capitano e lascia il posto a Diawara. Fino a qui tutto normale, nessuno avrebbe immaginato l’epilogo del dopo partita. Hamsik in Cina, Hamsik al Dalian Yifang Zuqiu, Hamsik lascia il Napoli a mercato chiuso. Tutto surreale, qualcuno già sapeva, altri immagianavano l’addio, ma in estate, non ora. Tra sconforto di chi resta ancora incredulo e chi, invece, azzarda parole di tradimento .

MAREK E IL DESTINO AZZURRO – A due anni dal suo arrivo in Italia, per vestire la maglia del Brescia, Marek sbarca in azzurro, per volontà del direttore sportivo Pierpaolo Marino, che fece spendere al presidente Aurelio De Laurentiis solo 5,5 milioni di euro. Nessuno lo conosceva, nessuno sapeva chi fosse questo ragazzo dalla strana capigliatura. Il suo arrivo sotto l’ombra del Vesuvio fu in sordina. Le attenzioni dei tifosi erano per altri, ma ben presto lo svolacco fa ricredere tutti i napoletani. Cresce tanto e con lui cresce anche il Napoli, di cui diventa capitano e simbolo della rinascita, fondamentale con Reja, essenziale con Mazzarri, tranne le incompresioni con Benitez, per Sarri era diventato fondamentale e insostituibile dal punto di vista tattico, facendo l’ulteriore salto di qualità. Si ma con Ancelotti? Beh si può parlare di una nuova evoluzione a 31 anni, diventando quasi regista nel centrocampo a quattro.

IL NAPOLI CUCITO NEL CUORE – Ogni rete, ogni vittoria, quella mano sul petto, sullo stemma azzurro, Napoli è di Hamsik e Hamsik è dei napoletani. Un’unione indissolubile, nel corso di questi anni, prima il Milan, poi la Juventus e altri club di europei hanno cercato di portar via Marek, ma la risposta è stata sempre la stessa: “Qui sto bene”. Nemmeno il simbolo di questo calcio business, il procuratore Mino Raiola, è riuscito a fargli cambiare idea: “Con questo stipendio posso vivere e fare la spesa”. Tutto questo ha fatto si che lo slovacco entrasse nel cuore dei napoletani oltre i record raggiunti.

L’UOMO DEI RECORD – Marek Hamsik resta e resterà per molto tempo nel gota della Società Sportiva Calcio Napoli, come l’uomo che ha infranto tutti i record. Come 520 presenze assolute in maglia azzurra, 408 in Serie A, 80 presenze in Europa (solo UEFA), 121 reti col Napoli, 100 in Serie A (Vojak appena due reti in più è il miglior marcatore azzurro e al terzo posto come gol di campionato, ndr).

THE END OF AN ERA – Lavezzi, Cavani, Higuain, Mertens, Insigne e tanti altri che sono passati in maglia azzurra o che la indossano ancora, ma è sempre stato il Napoli di Hamsik, che ora dopo 12 anni di onoratissima carriera sotto l’ombra del Vesuvio, decide di provare una nuova esperienza, forse l’ultima sfida della sua carriera. I suoi compagni hanno saputo dell’addio solo ieri sera prima della partita, i tifosi solo dopo. Forse la sua carriera in azzurro era iniziata l’11 febbraio 2006, quando fu visto per la prima volta da Marino, a distanza di 13 anni, il 2 febbraio 2019, l’era sembra ormai conclusa.

IL DUBBIO SULL’ADDIO – Vorrei chiudere questo excursus sulla carriera in azzurro di Hamsik con ciò che è successo nel post gara con la Sampdoria. La giornalista del Corriere del Mezzogiorno, Monica Scozzafava ha chiesto ad Hamisk un’ultima foto, la risposta dello slovacco: “Ci sarà tempo per farla”, ma anche la risposta data ad un tifoso, il quale, dopo le parole di Ancelotti, all’uscita dallo stadio chiedeva un ultimo saluto al numero 17 azzurro: “Ma quale saluto…”.

Gianfranco Collaro