È Renato Ricci il primo ospite della nostra rubrica. Cresciuto nelle giovanili del Monza, città in cui è cresciuto, passa alle giovanili dell’Inter dove condivide il campo con gente del calibro di Joel Obi e Mattia Destro. Dopo l’esperienza al Vicenza passa all’Avellino dove esordisce tra i pro. Poi altre squadre di un certo blasone come il Mantova per passare poi da Cervinara. Ultima tappa della sua carriera la Vis Afragolese. Ecco quello che ci ha raccontato.
-Quando è nato l’amore per il calcio e quando hai capito che saresti andato avanti?
“Ho iniziato nelle giovanili del Monza Calcio abitando nella periferia della città. Ho capito che potevo fare qualcosa quando arrivò l’interesse dell’Inter.”
-Quali sono i ricordi e le sensazioni legati alla chiamata della società meneghina?
“Mi fecero sostenere 3 provini e quando trovammo in sede del Monza i dirigenti dell’Inter fú una giornata indimenticabile.Ancora oggi provo grande emozione a ricordarlo. “
-Come hai vissuto il distacco da casa e famiglia?
“Sono cresciuto a Monza.Quando arrivò la chiamata dell’Inter avevo 13 anni e vivevo con i miei genitori.Poi i miei genitori per scelta di vita sono ritornati a vivere ad Avellino e io sono rimasto a Milan nel convitto con altri ragazzi fuori regione.Devo dire che è stata una bella esperienza di vita.”
-Hai ancora contatti con i compagni di quella squadra lì?
” L’annata 91 dell’Inter penso sia stata la più forte. Ho avuto la fortuna di giocare con grandi calciatori come Obi Joel,Davide Santon, Mattia Destro e tanti altri.. Non ci sentiamo spesso ma resta sempre tanta stima e ogni tanto vado a Milano è ci organizziamo per vederci. Abbiamo vissuto insieme esperienze bellissime.”
-Com’è rappresentare la maglia della propria terra natale?
” Dopo quella esperienza sono passato all’ Avellino.Sono stati 3 anni bellissimi anche perché avevo tutta la mia famiglia, che arrivando dalla provincia di Avellino era ancora di più emozionante indossare quella maglia. Poi segnare sotto la Sud è stato il giorno più bello della mia carriera.”
-La piazza che ti ha lasciato più emozioni?
” Ci sono state tante emozioni in questi anni.Ma una grande piazza in cui sono stato e che porterò sempre con me è Mantova.Una piazza impressionante. “
-L’idolo calcistico di Renato Ricci e il gol più bello della carriera?
” Nascendo negli anni d’oro del calcio sono tanti.Ma il mio idolo di sempre è Andrea Pirlo. Il Maestro. Il goal più bello è stato ad Avellino su punizione, il primo tra i Pro. Gioire sotto la sud non ha prezzo.”
-Chi è Renato Ricci fuori dal campo?
“Sono una persona normale come tutte le altre. Mi piace uscire quando posso, mi piace scindere lavoro e hobby.Il campo deve essere una cosa, la vita privata un’altra.”
-Segui altri sport? Il tuo esempio di sportivo?
“Sono sincero, oltre al calcio non seguo altri sport.L’emozione che mi regala il campo verde non ha eguali. Nel tempo libero mi piace vedere Roger Federer.”
-Quanto conta la famiglia? La prossima vita di Renato Ricci?
“La mia famiglia è tutto. Mi è stata vicina nei momenti belli, soprattutto nei momenti difficili e tengo a ringraziarli ogni giorno per la persona che sono.Nel prossimo futuro vorrei allenare. Avendo già una scuola calcio mia con alcuni amici mi sono proiettato in questo mondo.Mi piace lavorare, soprattutto con i giovani anche perché vorrei che vivessero le esperienze che ho fatto. “
-Cosa pensi del calcio moderno?
” Penso che il calcio sia cambiato.Oggi giorno tutti hanno la possibilità di allenare ed è un errore grande.Ci vuole amore, passione e soprattutto bisogna conoscere questo sport.Nella mia ho avuto grandi uomini di calcio che mi hanno educato e fatto capire come si usa la palla.E tante altre cose che oggi non ci sono più. Vedo giovani che si credono già arrivati.Colpa di questi istruttori che pensano solo al business e non al bene del ragazzo.Spero quest’anno di vincere con l’Afragolese.Poi l’anno prossimo si vedrà.”