15 maggio 1910 esordiva la Nazionale italiana di calcio e in 110 anni di miti del calcio mondiale ne ha visti passare tanti. Il calcio in Italia aveva già visto i primi campioni, il Genoa, per intenderci, c’erano squadre che si dilettavano nei campionati di quella che possiamo definire una Prima Categoria, eppure mancava il team nazionale.
Fu Luigi Bosisio a far emergere la volontà di costruire una rappresentativa del Belpaese. Il compito fu affidato a Umberto Meazza. Prima di pensare all’esordio, però, bisogna trovare l’avversario. La prima ipotesi fu quella di sfidare l’Ungheria, che in quel periodo storico era una delle potenze europee in ambito calcistico. L’idea, però, sfumò, perchè la federazione magiara chiedeva il pagamento del viaggio. Si decise quindi di guardare oltralpe.
Inter, Milan, Pro Vercelli le principali squadre da cui attingere gli undici calciatori che avrebbero dovuto rappresentare il regno sabaudo. La Pro Vercelli, però, venne squalificata e non fu possibile convocare i suoi calciatori. Nello spareggio della vittoria del campionato, per protestare contro la decisione della data della partita da parte della FIGC schierò con la formazione giovanile. Sconfitta e squalifica per un anno.
Cosa si fa, quindi, per trovare lo scacchiere migliore? Meazza organizzò due amichevoli, stage, come lo chiameremmo ora, “Possibili” contro “Probabili”. Di queste due formazioni vinsero i Probabili, largamente. Meazza li convocò in blocco. Ed ecco che la formazione è costruita.
La prima partita fu contro i francesi in una gara amichevole nell’Arena Civica di Milano, alle ore 15:45.
La Nazionale non indossò la maglia azzurra, bensì una casacca bianca, neutrale in attesa di definire nei minimi dettagli anche la divisa con cui avrebbero dovuto disputare le gare successive, nastrino tricolore e il scudo sabaudo depennato per dimenticanza. Pantaloncini bianchi o neri, calzettoni della propria squadra di appartenenza.. Ci vollero sei mesi e nel gennaio 1911 la decisione definitiva, l’azzurro anzi, blu Savoia, scelto come omaggio all’allora Casa regnante italiana e poi divenuto sinonimo di Italia sportiva portato avanti ancora oggi.
All’inizio del match l’Italia non partì benissimo i francesi erano più affiatati e buttarono sotto di un goal i bianchi, ma avendo come capitano l’energico Calì, dell’Andrea Doria, la risalita fu una passeggiata, la sua tenacia portò l’intera squadra verso l’unico obiettivo, vincere! E fu così che la neonata Nazionale iniziò la sua lunga vita con grande successo, 6-2 il risultato finale con le reti di Pietro Lana (a segno al 13′, al 59′ e all’89’), Virgilio Fossati (20′), Giuseppe Rizzi (66′) ed Enrico Debernardi (82′); di Henri Bellocq (49′) e Jean Ducret (62′).
Ecco le formazioni:
Italia: De Simoni (Milanese); Varisco (Milanese), Calì (k) (Andrea Doria); Trerè (Ausonia), Fossati (Inter), Capello (Torino); Debernardi (Torino), Rizzi (Ausonia), Cevenini (Milan), Lana (Milan), Boiocchi (Milanese). Allenatore: Umberto Meazza.
Francia: Tessier, Mercier, Sollier, Rigal, Ducret, Vascout, Mouton, Sellier, Bellocq, Ollivier, Jourde. Ct: commissione tecnica interfederale.
Arbitro: Goodley (Inghilterra)